Per smentire il pregiudizio che cristallizza l’immagine delle donne arabe in signore velate, sottomesse e ammutolite, basta dare un’occhiata alla storia della musica araba del ‘900 e scoprire figure femminili emblematiche, lontane dagli stereotipi diffusi in Occidente. Questa storia ci parla di cantanti autorevoli, forti e libere che sono riuscite a tirare fuori la Voce e a essere padrone del loro destino in un mondo arabo più laico, più aperto alla convivenza tra differenze religiose e più sveglio culturalmente di quello attuale.
Proprio frugando in questa storia sono stata travolta dall’eccezionalità di alcune Vite e dalla potenza simbolica della Voce che scava e si fa strada, dentro e fuori da sé. Il canto per queste donne nate in società maschiliste e patriarcali è stata un’efficace forma di emancipazione, un modo per prendere la parola da un podio conquistato con il talento e il sudore e parlare non solo al pubblico arabo, ma a tutto il mondo.
Dalla voglia di raccontare le esistenze esemplari di alcune di loro e di celebrare il potere liberatorio della voce, è nato il ciclo di “Vite che non sono la tua”, “Il canto libero delle interpreti arabe”, su RadioRai3 in cui incontreremo il mondo della diva egiziana Omm Kulthum, della principessa drusa Asmahan, della cantante tunisina Saliha e della star libanese, ancora vivente, Fairuz.
Le loro Voci affioreranno nel flusso narrativo anche attraverso pensieri intimi e frammenti di canzoni grazie alle interpretazioni dell’attrice Patrizia Hartman e alla regia di Ornella Bellucci. “Vite che non sono la tua” è un programma a cura di Paola Tagliolini.