Questo spazio è dedicato uno scrittore del mondo con domande veloci sulle sue preoccupazioni creative, le nuove produzioni e pensieri da condividere con il lettore arabo. “Abbiamo perso il senso del sacro, e lo abbiamo sostituito con un’ideologia del lusso e del potere”, dice la scrittrice italiana nella sua intervista a Al-Araby.

■ Come presenteresti la scena letteraria/culturale del tuo paese, specialmente a un lettore che non la conosce?

La scena letteraria in Italia è molto varia, ma con una tendenza a prediligere auto-fiction, biografie e memoir rispetto alla forma romanzo tradizionale. Per quanto riguarda le tematiche trattate, penso che gli scrittori italiani siano poco incuriositi dalle vicende umane che riguardano il resto del mondo. Di recente molta attenzione è stata data a storie legate ai diritti civili e al mondo LGBTQ. Molte scrittrici hanno sentito il bisogno di riscrivere il significato della maternità. Molti romanzi hanno raccontato il Sud Italia: emblematico è il caso letterario apprezzato in tutto il mondo dei romanzi di Elena Ferrante ambientati a Napoli.  

■ Come presenteresti il tuo lavoro a un nuovo lettore e con quale delle tue pubblicazioni consigli di iniziare?

Mi piace scrivere storie capaci di creare ponti tra mondi lontani. Ai lettori arabi posso consigliare di leggere il romanzo ‘Sul corno del rinoceronte’, una storia ambientata tra Italia e Tunisia nei giorni della rivoluzione tunisina, tradotto da Al-Mutawassit, e ‘Dalil’, una storia per l’infanzia ambientata nel deserto di Palmira in Siria, in corso di traduzione in arabo.  

■ Su quali problematiche lavori in questi giorni?

In questo periodo sono particolarmente interessata al rapporto tra l’uomo e il mondo animale. Sono affascinata dal lavoro che fanno biologi, naturalisti e scienziati per salvare le specie in via d’estinzione. Inoltre sento l’urgenza di trovare un modo per raccontare la crisi climatica che è la sfida più seria che l’umanità abbia mai affrontato e che in questo momento è uno dei problemi maggiormente rimossi dalle popolazioni di tutto il mondo. Uno dei compiti degli scrittori è occuparsi del rimosso nella vita degli uomini. 

■ Cosa ti piace di più della cultura a cui appartieni e cosa desideri cambiare in essa?

Della cultura italiana mi piacciono le grandi meraviglie che tutto il mondo conosce, ma in questa epoca vale la pena registrare un’attitudine che invece non apprezzo: la perdita del sentimento del sacro, sostituito brutalmente con l’ideologia del benessere, del mercato, del potere. Questa perdita ha ripercussioni sulla vita pubblica e privata dei cittadini. 

■ Se dovessi ricominciare tutto da capo, quale strada sceglieresti nella vita e quali scelte faresti?

Mi sarebbe piaciuto cantare. Le cantanti per me hanno un potere divino. Dunque farei la cantante. Anziché spiegare il mondo, bisognerebbe cominciare a cantare il mondo. “Cantare è il segreto dell’esistenza” canta Fairuz.   

■ Quali cambiamenti desideri per il mondo?

Seminerei nell’animo umano più immaginazione e più empatia per sentire il dolore degli altri. 

■ Se potessi incontrare una persona o un personaggio storico del passato, chi sarebbe e perché?

Mi piacerebbe raccontare i miei sogni a Carl Gustav Jung per farmeli analizzare e meravigliarmi di me stessa. 

■ Secondo te, qual è la minaccia più seria alla libertà dello scrittore e alla scrittura in generale nel mondo di oggi?

La scrittura è per sua natura un territorio di libertà (e di verità). La sfida può essere riuscire ad entrar in questo territorio selvaggio e attraversarlo fino in fondo, il punto in cui ci troviamo faccia a faccia con noi stessi, con i piedi scalzi nella terra bagnata, i capelli profumati di mare e l’odore di legna bruciata nell’aria.  

■ Per cosa stai lottando e quali sono le tue principali domande e preoccupazioni?

Finora sono stata molto attratta dalla trasformazione della società italiana sempre più interculturale e nella scrittura mi ha sempre guidata il desiderio di creare specchi per mettere a confronto realtà differenti e scoprire quali nuovi spazi emotivi possano nascere nell’essere umano dall’incontro con le diversità. Mi interessa moltiplicare i punti di vista e creare più rifrazioni possibili per ampliare le visioni fuori e dentro di noi. Se dovessi scegliere una definizione per la mia ambizione letteraria sarebbe quella di dar vita a una “Letteratura Ponte”, una letteratura capace offrire strade per unire luoghi e mentalità apparentemente distasti. 

■ “La letteratura globale è scritta da traduttori”. In che misura sei d’accordo con questa affermazione?

Sì, sono d’accordo con questa affermazione. Josè Saramago diceva che “gli scrittori fanno letteratura nazionale, i traduttori universale”. Gli autori inventano i mondi in cui ci immergiamo leggendo e i traduttori offrono a tanti altri lettori la chiave per aprire la porta di questi mondi, per maturare nuove visioni, per sollevare il velo che copre le coscienze e per ampliare le sfumature della percezione dell’Altro. 

■ Come descrivi il tuo rapporto con la lingua in cui scrivi?

Di fronte alla lingua mi sento una scolaretta tra i banchi di scuola. Niente fuochi d’artificio, cerco solo la chiarezza e talvolta qualche suono simile a una melodia. 

■ Puoi nominare un autore dimenticato o sconosciuto della tua cultura che vorresti che il mondo leggesse?

Sarebbe bello far conoscere la vita di Matilde Serao. Una donna incredibile che ha vissuto tra il 1856 e il 1927 prevalentemente a Napoli rompendo convenzioni e tabù sull’immagine della donna dell’epoca. È stata la prima direttrice di un quotidiano in Italia. Ha fondato e diretto due giornali “Il Mattino” (insieme al marito Edoardo Scarfoglio nel 1892) e “Il Giorno” (1904), ha ideato rubriche memorabili, scritto migliaia di articoli e decine di romanzi senza rinunciare ai viaggi e alla maternità. Ha avuto cinque figli.   

■ Se i tuoi libri esisteranno ancora tra mille anni, come vorresti che fosse la tua immagine per i lettori del futuro?

Una donna mediterranea che ha cercato l’anima comune di chi ha abitato e di chi abita i paesi che affacciano sul mare nostrum. 

■ Cosa diresti al lettore arabo che potrebbe scoprire oggi il tuo lavoro?

Mi auguro che ogni mia piccola storia possa essere vitamina per le anime dei lettori che incontrerà e che possa spingerli a varcare le soglie più spaventose e ad oltrepassare quei ponti capaci di condurre in Altrove arricchenti, benefici, rigeneranti. 

11 luglio 2023 – al-Araby al-Jadeed

https://www.alaraby.co.uk/culture/كاتب-من-العالم-مع-فرانشيسكا-بيلّينو